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Psicoterapia e consulenza psicologica

La consulenza psicologica è un percorso attraverso il quale uno psicologo ti può aiutare le persone di tutte le età a vivere in salute e a superare le situazioni di disagio.

La psicoterapia cognitivo comportamentale si occupa nello specifico del trattamento di disturbi psicologici e di personalità, L’intervento fa uso di procedure validate scientificamente per affrontare il disagio o le richieste che la persona porta.

Quali consulenze ci chiedono i nostri clienti più di frequente?

– Disturbi d’ansia o depressione ;
– Disturbi alimentari ;
– Disturbi di personalità ;
– Cambiare un’abitudine e vincere le dipendenze ;
– Superare un lutto o un trauma;
– Insonnia ;
– Terapie di coppia;
– Stress su lavoro;
– Sostegno alla genitorialità;
– Migliorare le prestazioni sul lavoro o nello sport;

– Conoscersi meglio.

Molte persone richiedono un aiuto non appena il problema viene riconosciuto.
Questa situazione è ottimale perchè il disagio può essere superato sul nascere ed in tempi brevi si può scongiurare un peggioramento dei sintomi. In altri casi, tuttavia, il disagio o il bisogno è stato trascurato per parecchio tempo.

La presenza di almeno uno dei seguenti segnali indica che è fondamentale non aspettare ulteriormente a chiedere aiuto.

– Ti senti schiacciato, da un prolungato senso di impotenza e tristezza;
– I tuoi problemi non sembrano migliorare nonostante gli sforzi compiuti e l’aiuto richiesto ai tuoi familiari e alle persone care;

– Ti trovi in difficoltà nel concentrarti sui compiti lavorativi e nel portare avanti le altre attività quotidiane;

– Ti preoccupi eccessivamente aspettandoti il peggio e sei in ansia costantemente;
– Stai cercando il sollievo nell’alcol o nelle droghe o ti accorgi che stai diventando aggressivo verso gli altri o contro te stesso.



Terapia cognitivo comportamentale di gruppo

La Terapia Cognitivo Comportamentale è un approccio clinico basato sul modello scientifico.
Le caratteristiche chiave di questo modello di intervento sono sintetizzabili in: Pensiero – Emozione – Comportamento. Essa nasce dalla ricerca scientifica comparata; lavora sul presente, non indaga sui presunti aspetti di origine del problema ma sui fattori di mantenimento; utilizza

metodiche e strumenti testati clinicamente; è in continua evoluzione clinica; integra tecniche e metodiche derivanti da altre realtà e teorie come la meditazione, le filosofie orientali, le teorie della gestalt ecc.. Ad oggi oltre 1966 studi ne dimostrano l’efficacia nel trattamento di numerosi disturbi clinici; in molti di questi casi l’effetto prodotto è superiore al farmaco a lungo termine. Oltre all’approccio individuale è possibile adottare i protocolli della TCC per la terapia di gruppo.

A tal proposito una delle domande più frequenti rispetto a questo modello di intervento è: l’efficacia è la stessa di una terapia individuale?

Una ricerca del 2018 su un campione di donne con problematiche legate all’abuso di alcol ha dimostrato che l’alleanza terapeutica è un fattore molto importante sia per il gruppo che per la terapia individuale ma è maggiormente determinante in quest’ultima condizione. Dopo 12 settimane i due campioni davano risultati simili per riduzione dell’assunzione alcolica, umore, strategie di coping, self-confidence, relazioni interpersonali e auto cura (Elizabeth E. Epstein, Barbara S. McCrady, Kevin A. Hallgren, 2018). Sempre nel 2018 è stato condotto uno studio pilota su un campione di pazienti affetti da disturbo di accumulo compulsivo ha dimostrato che la terapia di gruppo rappresenta un valido strumento di integrazione alla TCC. I risultati di questa ricerca sono stati confermati dopo i primi follow up a tre mesi di distanza (Ivanov VZ; Enander J; Mataix-Cols D; 2018).

I dati sin qui riportati e la nostra esperienza clinica ci dicono che la terapia di gruppo rappresenta un’ottima opportunità di intervento, con i seguenti vantaggi:

– Riduzione dei costi;
– Condivisione dell’esperienza in un’ottica allargata di confronto;
– Aumento delle skills relazionali e psico sociali;
– Ampliamento sociale della rete di supporto;
– Aiuta a non sentirsi soli;
– Rivela molto di sé stessi attraverso le relazioni con l’altro (funzione di specchio)

La terapia di gruppo invece non appare idonea nei casi in cui:

– C’è un sintomo acuto e particolarmente invalidante;
– Il paziente non è adeguatamente orientato nel tempo e nello spazio (le sue funzioni cognitive sono particolarmente deteriorate o per l’assunzione di farmaci o per la natura stessa del disturbo).

La terapia di gruppo risulta essere efficace per:

– Disturbi dell’umore;
– Ansia, Attacchi di Panico, Fobie e Ossessioni;
– Disturbi del Sonno;
– Somatizzazioni, Disturbi correlati a stress;
– Disturbi dell’Adattamento;
– Problemi in Adolescenza;
– Problemi legati ad una fase di vita, situazioni di perdita e lutto

La sua durata ha una media apprezzabile compresa tra i 25 e i 40 incontri con 1 seduta a cadenza settimanale della durata di un’ora e mezza circa.



Trattamento dei traumi con l’EMDR

“Penso che quest’uomo stia soffrendo a causa dei suoi ricordi” Sigmund Freud 1895

L’E.M.D.R acronimo di Eye Movement Desensitization and Reprocessing o desensibilizzazione e riabilitazione attraverso i movimenti oculari è un metodo psicoterapeutico strutturato e standardizzato che si utilizza nel trattamento di diverse forme psicopatologiche e di sofferenze legate ad eventi traumatici e ad esperienze di vita emotivamente stressanti.

Rappresenta una delle maggiori novità nel panorama delle psicoterapie degli ultimi anni; nell’ultimo decennio ha ricevuto importanti riconoscimenti internazionali, che lo hanno accreditato come una terapia evidenced based per il Disturbo da Stress Post Traumatico (PTSD).

Il PTSD si può manifestare in seguito ad un evento che la persona ha subìto, relegata in una posizione di impotenza, e che ha gravemente minacciato la sua integrità fisica o di una persona vicina. Si possono presentare flashback intrusivi dell’evento, condotte di evitamento, incubi vividi, reazioni di iperattivazione o ipoattivazione fisiologica come attacchi di panico o sensazioni di intorpidimento.

Quando parliamo di trauma però, facciamo anche riferimento ai Traumi Complessi caratterizzati da precoci e ripetute situazioni relazionali, interpersonali e di attaccamento sfavorevoli. Esperienze infantili protratte di trascuratezza emotiva, conflittualità familiari, violenza subita e assistita, fino ai casi più gravi di abuso e violenza sessuale possono continuare ad affliggere le persone in età adulta attraverso un corollario di sintomi molto vario e non sempre di facile identificazione. Soprattutto dei traumi avvenuti in età precoce, il paziente non ne ha un ricordo consapevole, ma può trovarsi a sperimentare sensazioni fisiche ed emotive altamente spiacevoli e invalidanti. Anche quando i ricordi dolorosi sono raggiungibili dalla coscienza, la componente cognitiva del ricordo può essere sconnessa e non integrata con quelle emotiva e somatica collegate alle manifestazioni attuali di sofferenza.

Spesso si vive in uno stato costante di pericolo percepito, con difficoltà a regolare le proprie emozioni e le capacità metacognitive risultano deficitarie, si mettono in atto comportamenti impulsivi, si convive con sensazioni di intorpidimento e distacco dalla realtà, passività, sintomi

depressivi; si possono mettere in atto comportamenti volti inconsapevolmente a ridurre il disagio fisico che deriva dalla riattivazione somatica del trauma in presenza di stimoli interni o esterni che lo richiamano e di cui la persona non è consapevole. Spesso si ricorre all’uso massiccio di sostanze

stupefacenti o alcolici, all’autolesionismo e a comportamenti autodistruttivi per riportare il malessere percepito dentro la cosiddetta “finestra di tolleranza”, in modo che l’attivazione emotiva e fisiologica sperimentata come sopraffacente le capacità della persona di fronteggiarla diventi regolabile e di conseguenza tollerabile.

Gli eventi di vita dolorosi connessi ad un trauma che non vengono elaborati e mentalizzati agiscono sul sistema nervoso della persona attraverso meccanismi dissociativi. Se la dissociazione da un alto aiuta ad adattarsi all’ambiente circostante e continuare la propria vita, dall’altro porta

all’impossibilità di percepirsi integrati a livello psichico perché produce una rottura della coerenza del sé; il ricordo è sganciato e non integrato con il dolore annesso, nella sua componente somatica ed emotiva e non vi è un racconto possibile di ciò che sta accadendo dentro di sé.

Di fronte ad una situazione di minaccia e di pericolo, la neocorteccia, deputata al pensiero, alla riflessione, a dare senso e significato agli eventi si spegne o diventa temporaneamente meno attiva, mentre il cervello rettile, deputato alla sopravvivenza e quello limbico, il nostro cervello

emotivo, ci danno l’impulso ad agire rapidamente. Ci sentiamo in pericolo, proviamo paura e ci paralizziamo, oppure scappiamo o attacchiamo, senza poter ricorrere all’ausilio di risorse superiori, quali il ragionamento, la riflessione ed un’accurata analisi del contesto. Questo

meccanismo attraverso cui il trauma influisce sul sistema nervoso è detto “dirottamento bottom-up”.

Si vive nel “qui e ora”, ma ci si sente come nel “là e allora”, il trauma si riattiva nelle sue componenti non integrate, attraverso sensazioni fisiche di accasciamento, freezing o di iperattivazione, implicando una disregolazione cronica dell’araousal che impedisce la corretta

elaborazione delle informazioni. Possono ricomparire pensieri, emozioni e stati d’animo associati alla colpa, alla vergogna e alla rabbia, non giustificabili con le situazioni di vita attuale che la persona sta conducendo e ciò amplifica il vissuto di smarrimento, confusione e inadeguatezza.

L’evidenza clinica e la crescente ricerca in psicotraumatologia impongono la necessità di occuparsi più direttamente del corpo e di trattare le conseguenze somatiche del trauma. Convivere con un trauma significa fare i conti con un sistema di difesa che si attiva prepotentemente e interrompe

ogni altra attività in corso facendo sentire la persona in balia di un’attivazione neurovegetativa estrema e non regolata.

L’EMDR è uno strumento terapeutico che permette di lavorare con le diverse componenti del trauma producendo effetti significativi sull’attivazione somatica che questo comporta. Consiste essenzialmente in un compito di dual attention, ciò implica che il paziente si focalizzi sulle varie

componenti di un ricordo disturbante e doloroso (l’immagine peggiore, la cognizione negativa, l’emozione e la sensazione fisica associata) e contemporaneamente segua uno stimolo che si muove rapidamente da destra a sinistra. Solitamente lo stimolo è prevalentemente visivo ed è

rappresentato dalle dita del terapeuta che ripete alcuni movimenti seguendo un protocollo standardizzato, fino alla desensibilizzazione ed elaborazione della sofferenza connessa al ricordo. Si possono utilizzare contemporaneamente anche stimoli tattili, il cosiddetto “tapping”, insieme a

stimoli sonori, sempre in modalità bilaterale alternata. Vengono eseguiti vari step di stimolazioni fino al raggiungimento di una desensiblizzazione e ristrutturazione cognitiva, emotiva e somatica del ricordo.

La sua efficacia è comprovata da più di 44 studi randomizzati controllati condotti su pazienti traumatizzati e documentato in centinaia di pubblicazioni che ne riportano l’efficacia nel trattamento di numerose psicopatologie inclusi la depressione, l’ansia, le fobie, il lutto acuto, i sintomi somatici e le dipendenze.

Secondo numerosi autori, i movimenti oculari produrrebbero effetti sulla memoria assimilabili a quelli che si verificano durante le fasi REM del sonno (Larson e Lynch 1989, Fishbein e Gutwein 1977, Gabel 1987, Sutton et al. 1992). Si verificano cambiamenti su determinate componenti della

memoria che portano ad una riduzione della vividezza delle immagini legate al ricordo traumatico, dei pensieri e delle emozioni connesse, incrementando la flessibilità cognitiva e la memoria episodica (Farina et al. 2013). La stimolazione bilaterale induce una risposta di rilassamento

attivando il sistema nervoso parasimpatico, inibendo quello simpatico e favorendo la desensibilizzazione della risposta ansiosa (Shapiro, 1995). Condurrebbe anche ad una normalizzazione dei livelli ematici di cortisolo, solitamente alterati nelle sindromi post-traumatiche.

È uno strumento al quale si può ricorrere all’interno un percorso di psicoterapia, nel rispetto di alcune fasi preliminari:

– creazione di una solida alleanza terapeutica

– presa di coscienza della propria sofferenza con individuazione di uno schema ricorrente di sofferenza riconducibile ad una non integrazione di vissuti dolorosi

– sviluppo e padronanza nella persona di risorse, personali, ambientali e sociali utili a fronteggiare le diverse fasi necessarie al superamento dei vissuti dolorosi.



Consulenza psicologica a distanza via telefono o internet

Se stai attraversando un momento difficile, hai bisogno di un supporto o di un orientamento puoi anche beneficiare delle nostre consulenze a distanza.

Attraverso questo strumento può esserci sia una prima valutazione del disagio che per un approfondimento ed intervento sullo stesso. Vedremo qui di seguito in quali occasioni può esserti utile ed in cosa consiste.

Quando è indicato un intervento a distanza:

– Se abiti distante dalle nostre sedi, ovvero in diversa provincia, regione o nazione;

– Se hai impedimenti oggettivi a spostarti da tuo domicilio;

– Quando la presenza di impegni o spostamenti lavorativi potrebbe pregiudicare la tua presenza alle sedute.

– Come prosecuzione di un intervento intensivo svolto presso le nostre sedi;

Nota: gli interventi a distanza di tipo cognitivo comportamentale sono considerati evidence based (di provata efficacia) e normalmente utilizzati nei paesi del nord Europa.

Quando un intervento a distanza non è indicato:

– Quando è necessario un intervento intensivo;

– Se ti sono state diagnosticate forme gravi di depressione, psicosi, disturbo di personalità;

– Quando abiti vicino ai nostri centri.

– In che modo avviene una terapia a distanza:

– Mediante chiamata telefonico se non disponi di linea internet;

– Attraverso il programma Skype, che può essere scaricato gratuitamente da internet. Sarà necessario avere a disposizione una linea internet performante (almeno adsl) per una buona qualità della chiamata.

Come avviene il pagamento:

– Il pagamento può avvenire preferibilmente attraverso bonifico da effettuarsi prima della seduta;

– Su richiesta si possono predisporre altre modalità di pagamento (es. paypal o carta di credito).



Terapia coppia

Quando nella coppia ci sono problemi di lungo periodo che non sono stati adeguatamente affrontati è probabile che sia necessaria una terapia di coppia.

La terapia di coppia è un percorso psicologico di cui le coppie possono beneficiare per affrontare i nodi che mettono in crisi la relazione. Gli obiettivi della terapia di coppia così come gli approcci di intervento possono essere differenti.

– Difficoltà nella comunicazione

– Difficoltà ad integrare differenti visioni

– Insicurezza nel legame di coppia

– Eventi traumatici nella coppia

– Influenza di schemi precoci disadattivi

Difficoltà nella comunicazione

A volte possono essere un risultato di un altro problema mentre in altri casi sono una delle cause principali del problema di coppia.

In questo caso sarà utile per la coppia approfondire come sia possibile comunicare in maniera assertiva senza essere aggressivi nè passivi con il partner.

Essere in grado di fare questo può evitare che ci si chiuda nel mutismo o che si comunichi in maniera impulsiva con l’altro. La terapia di coppia cognitivo comportamentale in questi casi è un intervento adeguato.

Difficoltà ad integrare differenti visioni

I membri di una coppia sono vissuti in famiglie d’origine con usanze differenti, a volte poi provengono addirittura da culture differenti. In questi casi ciò che appare scontato per un partner non lo è per l’altro. La presenza di differenti visioni su ciò che è importante e “giusto” può dar luogo a litigi e incomprensioni. In questo caso un intervento cognitivo comportamentale può permettere di identificare le differenti convinzioni e lavorare sulla negoziazione per permettere ai partner di superare le incomprensioni. In queste situazioni una terapia di coppia cognitivo comportamentali è particolarmente indicata.

Insicurezza nel legame di coppia

Il bisogno di sentire un legame sicuro è uno tra i bisogni emotivi primari degli individui, quando in una coppia si avverte instabilità scatta in ciascun partner un piano di emergenza che può consistere nel rincorrere l’altro e nel ritirarsi. In questi casi scopo della terapia è aiutare i

partner a rallentare il processo e ad esprimere le loro paure e la loro vulnerabilità. Questo permetterà a ciascun partner di prendersi cura dell’altro e di ritornare ad una situazione di sintonia nella coppia. In questi casi la terapia focalizzata sulle emozioni EFT può fornire un contributo importante.

Cambiamenti o eventi traumatici nella coppia

La perdita di una persona cara, come un genitore o un figlio possono modificare gli equilibri nella coppia. Anche cambiamenti come la perdita o il cambiamento di lavoro e la nascita di un figlio possono aumentare il livello di stress nella coppia. Un evento traumatico nella coppia può essere la scoperta di una relazione extraconiugale da parte di uno dei due partner, un evento di questo tipo può mettere profondamente in crisi la coppia e aumentare il rischio di rotture. In questi casi può essere indicata una terapia di coppia focalizzata sulle emozioni (EFT).

Influenza di schemi precoci disadattivi

I partner di una coppia portano con sè il loro ricordo delle relazioni vissute nel corso dell’infanzia. Se il proprio rapporto con le relazioni passate, in particolare con i propri genitori non sono sufficientemente risolte sarà più probabile che i problemi vengano agiti all’interno della relazione attuale. In questi casi può essere utile un intervento su quegli elementi del passato che si riattualizzano nel presente attraverso una schema therapy di coppia.



Sex Counseling e Sex Therapy

La consulenza e la terapia sessuologica sono degli interventi di breve/media durata che hanno lo scopo di promuovere e migliorare il benessere sessuale individuale e di coppia.

Si tratta di percorsi focalizzati, finalizzati al raggiungimento di obiettivi specifici di tipo diagnostico, psicoeducativo e di apprendimento di strategie esplorative, comunicative e comportamentali atte al miglioramento della consapevolezza, al superamento dei meccanismi disfunzionali e alla risoluzione dei disturbi e disagi connessi alla sfera sessuale.


Il Sex counseling

La consulenza sessuale ha lo scopo di:

– fornire informazioni utili sulla sfera sessuale (contraccezione, prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili, psicoeducazione, educazione all’affettività e alle “buone carezze”, funzionamento della risposta sessuale e cambiamenti che la sessualità incontra nelle diverse fasi della vita);

– fornire sostegno in momenti di difficoltà legati a tappe evolutive (es. menopausa) o a momentanei disequilibri nella sfera relazionale sessuale;

– promovere il benessere sessuale, aiutare a migliorare la conoscenza di sé, e di sé con l’altro, del proprio corpo e delle proprie fantasie (immaginario erotico), migliorare la qualità della vita sessuale, accompagnare all’esplorazione ed accettazione delle proprie preferenze sessuali;

– valutare la necessità di approfondimenti diagnostici e fornire un orientamento e delle indicazioni sul migliore percorso da intraprendere in caso emerga la necessità di un intervento specialistico di tipo medico, psicoterapeutico o sessuologico.

Il sex counseling è particolarmente indicato per gli individui e coppie alle prime esperienze sessuali, per i genitori che vogliano acquisire informazioni utili per l’educazione sessuale famigliare dei loro figli, per le persone che si trovano ad affrontare scelte o cambiamenti che possono influenzare la loro vita sessuale e che necessitano di un sostegno specifico (es. ricerca di un figlio, difficoltà di concepimento, nascita di un figlio, malattie o interventi chirurgici di potenziale influenza sulla sfera sessuale) e per tutti coloro che vogliano migliorare il loro benessere sessuale e iniziare o ricominciare a giocare la sessualità con piacere.


La Sex Therapy

La terapia sessuale è una terapia focalizzata, direttiva, strategica e generalmente di breve/media durata mirata alla diagnosi e al trattamento dei disturbi sessuali (disturbi del desiderio, disturbi dell’eccitazione, disturbi dell’orgasmo, vaginismo e dispareunie di natura psicogena).

La Sex Therapy può essere effettuata sia singolarmente, sia in coppia, anche se la seconda modalità è quella preferibile, laddove sia possibile il coinvolgimento di un/una partner. I primi colloqui sono orientati a valutare la natura del problema e a capire se il disturbo è presente, quale sia la sua origine, se sia la conseguenza di un altro disturbo oppure un disturbo “puro”, se vi sia la presenza di altri disturbi concomitanti e se vi sia la necessità di un

approfondimento di tipo medico. Si procede poi ad analizzare l’esordio e lo sviluppo del disturbo e i pensieri, comportamenti ed emozioni ad esso associati.

Chiarite l’origine e le modalità di mantenimento del problema, vengono fornite al paziente/ai pazienti alcune strategie pratiche orientate all’auto-monitoraggio, alla consapevolezza delle dinamiche che alimentano il disagio e all’acquisizione di competenze comportamentali, cognitive ed emotive utili al suo superamento e alla ricostruzione di una sessualità piacevole e sana.